Intervista al quotidiano “La Stampa”

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A Londra la discesa del settore immobiliare è già iniziata, colpa della Brexit. Ma non solo. A risentirne maggiormente sono state le zone più esclusive.
Nei lussuosi quartieri di Kensington e Chelsea negli ultimi 12 mesi i prezzi sono crollati del 20%, come rilevato da Rightmove. Sono calati anche gli affitti, così come le metrature per uffici, sulla scia delle preoccupazioni delle aziende, con alcuni settori, fra cui quello finanziario, che potrebbero dover trasferire parte dei dipendenti verso il continente. Nelle periferie i prezzi si sono mossi meno e in alcune zone hanno continuato a crescere.

«I prezzi richiesti dai venditori sono rimasti pressoché fermi, ma c’è molto più margine di negoziazione» ha spiegato l’avvocato Marco Fasanella, direttore di Habitat Investments, società specializzata nella consulenza per l’acquisto di immobili a Londra. «Le transazioni risultano più lente. Nel boom del 2013-2015 spesso le case venivano vendute a un prezzo più alto rispetto a quello richiesto dal proprietario. Il tutto in tempi ristretti, una settimana, massimo dieci giorni. Oggi la compravendita è più lenta, le transazioni possono arrivare a durare anche 4-5 mesi e generalmente si concludono a sconto sul prezzo originario».

Anche i movimenti degli europei dopo il voto della Brexit stanno determinando tutto ciò. Da alcuni mesi si è ridotto il flusso in entrata dal Vecchio Continente, mentre sono cresciute le partenze. «Ero arrivato a Londra nel 2010, ho assistito a tutto il boom edilizio del 2013-2015, con i prezzi degli affitti saliti anche del 50%, mentre il mio stipendio restava praticamente fermo, peggiorando il mio tenore di vita» spiega Emanuele Greco, ingegner che ha lavorato presso la Bofa, nella City, fino a pochi mesi fa. «La Brexit ha fatto traboccare il vaso: con mia moglie Patrizia e la piccola Sofia abbiamo scelto di tornare in Italia, era il momento di dire “Goodbye London!”. Molti europei rientreranno in patria prima della chiusura dei negoziati e questo spingerà ancora più giù i prezzi».

Ma la discesa del mattone, unita alla svalutazione della sterlina, ha anche generato un certo interesse da parte degli investitori europei, ci spiega ancora Fasanella: «Nel 2015 il cambio fra sterlina ed euro era in area 1,40. Per acquistare un immobile da L000.000 di sterline occorrevano 1.400.000 euro. Dopo il voto del 23 giugno il cambio è in area 1,16. È possibile che l’investitore europeo riesca a portare a casa lo stesso immobile per 800-900.000 sterline, una cifra vicina al milione di euro, il 30% in meno di 12 mesi fa».

(6 Aprile 2017)